martedì 21 gennaio 2014

Storie di amore e di amicizia

Come si fa a non intenerirsi guardando immagini come queste?

 


Le meravigliose immagini che vedete, sono tratte dal libro "One big Happy Family", uscito in Italia da pochi mesi, con il titolo "Ti amo così come sei" (a me piaceva di più il titolo originale).
Fonte: 2013 TEA s.p.a.



Come indica il sottotitolo del libro, l'autrice Lisa Rogak, giornalista americana, ha raccolto 50 storie di amore e di amicizia incondizionata tra specie diverse di animali.
Sono tutte storie vere, scoperte dalla giornalista nei suoi viaggi in giro per il mondo e documentate con una serie di scatti indimenticabili, che ci fanno capire l'amore straordinario e disinteressato che sono capaci di provare gli animali.... (per chi non l'avesse ancora capito).

Ogni storia parla di animali delle più svariate specie, che nonostante questo, aiutano o adottano piccoli di altre specie, crescondoli come propri figli.

Ecco alcune delle immagini straordinarie presenti nel libro:


 
Qui vedete Kiera, femmina di pointer tedesco, che protegge Cherub, piccolo assiolo faccia bianca (rapace simile al gufo ma di dimensioni ridotte), arrivato ad appena quattro settimane di vita presso il Devon Bird of Prey center di Newton Abbot, in Gran Bretagna.
In poco tempo sono diventati ottimi amici.
 
 
Poi c'è un cane Labrador con il suo piccolo amico anatroccolo.



Lo spaniel Jess, nel Devon in Inghilterra, allatta con il biberon l'agnellino Shaun, orfano, aiutando così la padrona delle fattorie dove entrambi vivono.


sabato 11 gennaio 2014

Le infinite proprietà della liquirizia



La liquirizia è una pianta aromatica e officinale della grande categoria delle erbacee perenni, della famiglia delle leguminose, dal nome scientifico Glycyrrhiza glabra.
È stata eletta la pianta medicinale dell’anno 2012, dopo la selezione effettuata dall’Università di Wurburg in Germania, e annunciata durante un evento del WWF.


Quando la pianta raggiunge i tre-quattro anni, le radici possono essere raccolte e usate per le ricavare diversi prodotti dalle numerose proprietà benefiche dei suoi principi attivi.
Le radici più sottili, se essicate, si trasformano nei bastoncini da masticare, mentre dalle altre si ricava un succo che viene utilizzato per diversi usi, come l'aromatizzazione e la colorazione della birra, la preparazione di prodotti farmaceutici e la produzione delle classiche liquirizie nere di varie forme e misure, uno dei dolciumi più consumati al mondo.
Chi non ha mai mangiato almeno una volta nella vita le squisite rotelle di liquirizia o le more o le pasticche o i bastoncini?


La liquirizia è una pianta particolarmente diffusa nei paesi dell'area mediterranea, Grecia, Spagna, sud della Francia, Turchia, Siria e nelle regioni meridionali italiane.
Il termine liquirizia deriva dalla parola greca che vuol dire radice dolce.

Questa aromatica ha una storia antichissima.
Nei primi erbari di origine cinese risalenti a circa cinquemila anni fa, era già presente, e veniva utilizzata per scopi medicinali; i medici cinesi la prescrivono tutt'oggi per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari.
Era già importante nell’antico Egitto, in Assiria e in Grecia, ma in Europa è stata introdotta dai frati domenicani solo nel XV secolo.
La lunga conservazione nel tempo e la sua versatilità, sono tra le principali caratteristiche delle radici di liquirizia.
Uno degli zuccheri contenuti in essa, chiamato glicirrizina, ha un'azione dolcificante 100 volte più elevata del saccarosio e fornisce la maggior parte delle sue proprietà benefiche.



lunedì 6 gennaio 2014

Come recuperare l'albero di Natale

Ciao a tutti, sono tornata!
Mi sono concessa qualche giorno di vacanza dal blog e ora sono leggermente in ritardo sull'argomento che mi sta a cuore e mi ero prefissata di trattare subito dopo le feste: come recuperare l'albero di Natale.
Spero di fare in tempo a spargere la voce e conto sull'aiuto dei miei lettori più sensibili all'argomento.

Come ogni anno in occasione della giorno della Befana o del weekend precedente o successivo, molte famiglie si dedicano, a malincuore, a riporre gli addobbi natalizi, togliere le decorazioni dall'albero e inscatolarle per l'anno che verrà.
Nel caso abbiate un albero artificiale, come il mio, basterà metterlo via e riprenderlo fra un annetto, ma in caso che l'albero sia vero, il discorso cambia.

Come già spiegato nel post riguardante la storia e le tradizione dell'Albero di Natale, solitamente viene usata la Picea Abies, comunemente conosciuto come abete rosso, sempreverde appartenente alla famiglia delle conifere, diffuso in gran parte d’Europa, che riesce ad abituarsi a diverse condizioni climatiche.
Occorre capire qual'è la cosa più giusta da fare.
Ovviamente è preferibile mantenere l’abete vivo e in salute durante tutto l’arco dell'anno.
Per gli amanti della natura e chi se la sentisse di provare a farlo crescere forse e sano fino al prossimo Natale, nel pieno rispetto dell’ambiente, se l’albero è provvisto di radici è possibile provare a farlo attecchire all'esterno, magari nel proprio giardino, tenendo conto dello spazio che avrebbe a disposizione, raggiungendo gli abeti adulti dimensioni imponenti.
Bisogna prima preparare il terreno, che non deve essere gelato, predisponendo una buca di almeno un metro di diametro e una profondità tale da interrare completamente le radici fino al colletto del fusto. 
Poi mettere sul fondo del concime organico miscelato a buon terriccio universale, e posizionarvi l'abete rimosso dal vaso. 
Colmare la buca con il terriccio facendo attenzione a non lasciare delle sacche di aria.
Per garantire un giusto ancoraggio dell'albero è bene prevedere dei sostegni che permettano alla pianta di attecchire e crescere in modo eretto ed equilibrato.
Dopodiché non resta che innaffiare abbondantemente ed attendere che la natura faccia il suo corso.
Se l’abete rosso durante la permanenza all'interno di casa nel periodo delle feste si è conservato in buona salute, ci sono buone probabilità di crescere forte e sano.
Se avete conservato il cartellino presente al momento dell’acquisto, controllate però prima che non ci sia scritto “pianta non destinata al rimboscamento”, perché gli sforzi sarebbero inutili.
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