giovedì 30 maggio 2013

Un diavolo in giardino



Il fiore infuocato che vedete qui sopra appartiene ad una pianta sorprendente, dal nome quasi inpronunciabile, ma che nell'ultima parte rende bene l'idea del suo aspetto: Phisocarpus opulifolius Diablo!
Si tratta di un arbusto deciduo di grandi dimensioni, che abbiamo in giardino da solo un anno, ed ha già superato le mie aspettative.

Chi mi segue da un po' di tempo si ricorderà del post della scorsa primavera in cui esibivo entusiasticamente l'acquisto fatto alla mostra mercato di Colorno
, che comunque potete rivedere cliccando su: Nuovi arrivi in giardino. 
Allora non avevo ancora le idee ben chiare sulla resa finale del nuovo ospite del giardino, ora però so di aver fatto un'ottima scelta.
Vedere per credere!

 
Il phisocarpo oltre ad esibire per la maggiore parte dell'anno uno stupendo fogliame colorato, che va dal bronzo, al porpora scuro, al ruggine, con il passare delle stagioni, a maggio produce una gran quantità di fiorellini bianco crema riuniti in corimbi, che prima di aprirsi si presentano come teneri boccioli rosa pallido.

La cosa più sorprendente, che non conoscevo al momento della scelta dell'arbusto, è che questi fiori, da delicate nuvolette bianco crema si trasformano, come per miracolo, in capolini rossi fiammanti, quasi come se la pianta fiorisse una seconda volta.
Una vera meraviglia!


E io che pensavo che il nome si riferisse al fogliame!
La parola "Diablo" forse è riferita al fiore rosso!

martedì 28 maggio 2013

Giardinaggio terapeutico

Che il giardinaggio facesse bene al corpo e allo spirito lo immaginavo già, ora per fortuna lo riconosce anche la scienza.
Secondo studi medici basati su diversi anni di osservazione, basta trascorrere 30 minuti al giorno occupandosi delle proprie piante o prendendosi cura dell'orto, per migliorare l’umore e alleviare lo stress, riducendo il livello di cortisolo che lo provoca.
Essendo lo stress responsabile del 70% delle malattie, ridurlo previene la maggior parte delle malattie. 


Il giardinaggio nell'epoca moderna non è più solo un semplice hobby, ma un vero e proprio rimedio per far fronte allo stress, un’attività che coinvolge corpo e mente con notevoli benefici sulla salute.
Per cominciare, imparare a prendersi cura di un altro organismo vivente come le piante implica prendersi una responsabilità e di conseguenza un aumento di fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità; inoltre vedere crescere i frutti del proprio lavoro è un’esperienza appagante.

Non si può trascurare poi che curare il giardino è un vero e proprio esercizio fisico.
L’impegno nelle attività tipiche della cura del verde, come scavare, zappare, potare, rastrellare, annaffiare, seminare, travasare, strappare erbacce, implica movimenti che rafforzano i muscoli, che può far bruciare circa 350 calorie per le donne e circa 450 per gli uomini.

In una società sempre più tecnologica e virtuale le persone dovrebbero dedicare più tempo a stretto contatto con la natura per sentirsi meglio fisicamente e non solo.


domenica 26 maggio 2013

Le rose, finalmente!

Quest'anno si sono fatte attendere come nobili signore, ma ora, con circa tre settimane di ritardo rispetto al solito, le mie rose sono finalmente fiorite!



La prima a sbocciare è sempre quella che io chiamo multicolor, non conoscendone il nome esatto; quando l'ho acquistata circa 7 anni fà, il giardinaggio per me era ancora in fase molto sperimentale e non mi sono posta il problema di segnarmi il suo nome.
Si tratta di una rosa molto resistente, che non mi ha mai dato problemi, se non qualche afide nei periodi più umidi che mi basta rimuovere manualmente.
È la prima rosa che ho acquistato e piantato con mio marito, per cui ci sono particolarmente affezionata.
I suoi fiori sbocciano di colore diverso e cambiano colore anche nei giorni successivi alla fioritura, schiarendosi molto; possono essere rosa, arancio, gialli, terracotta o addirittura sfumata di più colori. 
Una sorpresa continua!



Vi ho mostrate diverse immagini esplicative dei suoi innumerevoli e curiosi fiori nel post
 molto apprezzato dal titolo: Perle e cristalli di metà ottobre
Ora è un trionfo di nuovi fiori, ma soprattutto di boccioli!
 


Un'altra rosa moderna che ho da più tempo ancora, è la Ferdinand Pilchard, la prima in assoluto messa a dimora, ancora prima che ci fosse il prato e la maggior parte degli alberi del giardino.
Non avendo idea degli spazi che avrebbe occupato, l'ho posizionata in una bordura vicino alla facciata di casa, dove è soffocata dal troppo esuberante arbusto di deutzia alla sua destra.
Sicuramente non può esprimere tutte le sue potenzialità, ma nonostante tutto resiste e i profumati fiori a coppa dalle artistiche striature rosa e scarlatto, sono davvero notevoli.
Purtroppo è poco rifiorente, probabilmente a causa dello spazio mancante.
Intanto mi godo questa fioritura che associata a quella della deutzia gracilis risalta tantissimo!
Se siete interessati trovate eventuali informazioni tecniche cliccando su: Maggio e le rose 2° parte 

giovedì 23 maggio 2013

Do not disturb!


Le mie casette non saranno belle come quelle davvero adorabili della foto qui sopra presa dal web, ma sicuramente funzionano, ... o almeno una!
La casetta verde installata all'inizio della primavera sul ciliegio giapponese quando non era completamente mimettizzata tra le fronde come ora, (Aspettando nuovi inquilini), è sicuramente occupata!

Ne abbiamo la certezza ormai da almeno un mese, avendo notato più volte fin dall'inizio di marzo, l'instancabile spola della cinciallegra che l'ha scelta come nido, senza dubbio un segnale inequivocabile.


A quanto pare le cinciallegre sono le maggiori frequentatrici del giardino e anche la primavera scorsa hanno nidificato in una delle nostro casette (Cinciallegre al lavoro) dandoci l'occasione di scattare foto incredibili che vi consiglio di sbirciare, se vi sono sfuggite.
Ecco un assaggino....


Sia io che Francesco abbiamo provato ad avvicinarsi diverse volte silenziosamente al ciliegio, e se c'è silenzio si sente un tenerissimo pigolare, che fa presumere la presenza dei nuovi nati e farebbe venire voglia di curiosare più da vicino. 
Mi trattengo dal farlo solo per non insospettire la madre dei piccoli uccellini, che se sentisse l'odore umano molto vicino al nido, potrebbe percepirlo come pericolo ed abbandonarli.
Non vorrei mai e poi mai essere responsabile di una crudeltà del genere!

Se volete appronfodire l'argomento "casette nido" e cercate informazioni tecniche su posizionamento, tipologia, ecc. leggete: Un giardino per gli uccellini

Purtroppo le fotografie scattate alla casetta verde seminascosta, non riescono a cogliere la meraviglia che ci si nasconde dentro, però se avete una buona vista, noterete la cinciallegra entrare ed uscire, probabilmente per portare cibo ai nidiacei affamati.
La vedete la coda della cinciallegra che è appena entrata nel foro della casetta?
E qui scorgete la testina della cinciallegra che sta per uscire dalla casetta?

Non posso mostrarvi nulla di più, per ora.
Certo sarebbe stato più facile sbirciare dentro, se invece di una singola casetta fosse stato il geniale condominio per uccellini, come quello giapponese ideato dalla Nendo pubblicato nel post di settembre, dotato di un oblò sul retro per l'osservazione della vita famigliare dei piccoli ospiti!

Visto che chi mi segue da tempo sarà curioso di conoscere anche la situazione delle altre casette, sappiate che non ho ancora notato alcun movimento sospetto... :-(
Tuttavia non è detta l'ultima parola: la stagione degli accoppiamenti è appena iniziata! 

Chissà cosa sta succedendo là dentro!
Come vorrei, ad esempio, vedere i piccoli spiccare il primo volo; mi renderebbe strafelice!
Ciò richiederebbe il supporto di tecnologia che non posseggo, tipo una fototrappola, oppure un appostamento di diverse ore in giardino cammuffata da cespuglio, che, causa mancanza di tempo e allergia che non mi da tregua, non è proprio il caso che mi prodighi a fare.
Sfrutterò il prossimo weekend per fare altre caute perlustrazioni e altri speranzosi scatti, e chissà ....forse sarò più fortunata!

L'importante è che gli uccellini stiano bene e che niente e nessuno possa disturbarli....

Mi auguro che non debba mai assistere ad una scena del genere!


lunedì 20 maggio 2013

La mostra flo..Reale che compie 100 anni!


La più importante esposizione florovivaistica del mondo, il Chelsea Flower Show di Londra, quest'anno compie 100 anni!
A partire da oggi, ospiterà migliaia di persone (oltre 150 mila) per festeggiare la speciale edizione; infatti da martedì 21 a sabato 25 maggio, questo speciale evento mondano, richiamerà, oltre a tante persone comuni appassionate di fiori, tanti personaggi dello spettacolo e dell'alta borghesia britannica.
Solo gli estrosi cappelli delle signore inglesi meriterebbero il viaggio!


La spettacolare esposizione, promossa dalla Royal Horticultural Society, ogni anno conta molti visitatori non solo dall'intera Gran Bretagna, ma da tutto il mondo.
Fiori e piante di ogni tipo saranno esposte nei giardini del Royal Hospital, su 4,5 acri
di terreno (pari a circa 5 campi da calcio), tra colori e profumi delle migliori collezioni del mondo.


A Londra l’aria primaverile sarà più profumata del solito!

 

Come ogni anno, i migliori vivaisti, fioristi e garden designers, hanno unito le loro forze per creare uno spettacolo di colori, originalità e fascino.
Tra i 100 floricoltori presenti, ben 60 festeggeranno i 100 anni di partecipazione proprio come la manifestazione.
Il Chelsea Flower Show si svolge esattamente dall'anno 1913, saltando solo gli anni delle due guerre mondiali.
Ovviamente, vista la sua longevità, è molto legato alle tradizioni ma, allo stesso tempo, è il luogo dove andare a vedere cosa c'è di nuovo, ciò che è all'avanguardia nel settore. 
Gli organizzatori hanno mantenuto segreti i dettagli fino all'imminente apertura, ma nel frattempo in rete si trovano molte immagini della passata edizione, che possono aiutare a farsi un'idea di ciò che ci perdiamo se non partiamo subito.


sabato 18 maggio 2013

Papaveri di oggi e di ieri

 
Solitamente i papaveri sono conosciuti per il fiore di campo rosso sgargiante che cresce spontaneamente in primavera in quasi tutte le zone d'Italia.
Nella mia zona ora si vedono ovunque, non solo in mezzo ai campi di grano, ma anche nelle fessure sui marciapiedi delle strade di città.
Si tratta infatti di una specie infestante, detta anche rosolaccio, (cioè rosa dei campi) erbacea annuale molto vigorosa e di notevole altezza. 
In realtà in natura esistono tantissime specie di papaveri di altezze e colori differenti, che vanno dal bianco, al viola, al giallo, al blu, oltre agli ibridi ottenuti dai florovivaisti.
Appartengono tutti alla famiglia della papaveraceae e sono erbacee originarie da vari continenti secondo la specie.
Alcune specie di papaveri possono essere alte anche più di un metro, altre raggiungono l’altezza di ottanta centimetri, altre specie arrivano al mezzo metro, mentre alcune varietà nane non superano i 25 centimetri. 
Esistono anche papaveri piuttosto rari e amanti del clima fresco, come quello alpino (papavero rhaeticum) e il papavero Arctomecon merriamii (Desert Bear poppy), tipico del Nevada e dello Utah, regioni USA asciutte in estate e con inverno gelidi e nevosi.
Dai fiori intensamente colorati di giallo è il papaver miyabeanum.

papavero rhaeticum
Tra le varietà perenni c'è il papaver atlanticus, originario del Marocco, con fiori rossi e con ibridi dai fiori blu e il papaver rupifragum, originario della Spagna, con fiori rossi e arancioni.
Molto decorative sono anche le varietà turche papaver heldreichi e papaver lateritium, ideali per decorare le bordure.
Tra le specie perenni maggiormente coltivate in giardino, il papavero orientale, con fusti alti da quaranta centimetri a un metro e fiori variamente colorati, dal rosso, al rosa, all’arancione.
Date un occhio a questo bellissimo orientale rosa coltivato nel giardino di Nik, del meraviglioso blog Orto dei colori.
Come giustamente dice lui, potrebbe essere confuso con una rosa!

papavero orientale

Nel mio giardino non ho mai coltivato papaveri ma tutte le volte che li vedo mi riprometto di farlo, anche se le mie aiuole sono già fin troppo sovraffollate...
Una specie che mi attira molto ma che temo mal sopporti il clima torrido della pianura padana è il papavero himalayano, che trovo incredibilmente bello!
papavero himalayano
Un'altro papavero che mi piace molto, che si definisce perenne, ma che spesso viene coltivato come biennali o annuali, perché poco longevo, è il papavero nudicaule, originario delle zone artiche, conosciuto comunemente come papavero d’Islanda 
Dai suoi ibridi si ricavano stupendi fiori dai colori bianco, giallo, arancio e rosa.
papaveri islandesi

Generalmente è di piccole dimensioni, circa venticinque centimetri.
Simile a questo è il papaver alpinum, o altri papaveri provenienti dall’Asia, tra cui il papaver alborosetum e il papaver radicatum, questo considerato il vero papavero islandese. 
Dal nome è facilmente deducibile che la pianta gradisce climi freschi ed è ideale in alta collina e in montagna, dove può essere coltivata in vaso o in aiuola.
Noi ne abbiamo ammirati tantissimi nelle aiuole lungo le passeggiate ai bordi del
lago di Ginevra, durante la vacanza sul  dello scorso anno.

mercoledì 15 maggio 2013

La missione di mamma scoiattolo


La breve ma intensa storia che sto per raccontarvi capitata da qualche settimana è arrivata in Italia proprio la settimana scorsa, più o meno nei giorni vicino alla festa della mamma.
Probabilmente avrete già visto le immagini di questi teneri momenti girare sul web, ma credo valga la pena riproporli per il bellissimo esempio di amore materno nel mondo animale, che rappresentano.
 

Questa madre premurosa ha compiuto una coraggiosa missione di salvataggio del suo cucciolo bloccato in una posizione precaria appeso ad un esile ramo di un albero.
Il piccolo scoiattolo, di circa otto settimane, sembrava essere sotto shock per la caduta dal nido del picchio, dove aveva trascorso la notte.
Visto il pericolo di cadere dal ramo posto in posizione elevata, mamma scoiattolo è corsa subito in soccorso, emettendo versi strazianti, uditi immediatamente dai proprietari del giardino in cui si trova l'albero in questione.
Così Carla Brandon
nel giardino sul retro della sua casa a Pittsburgh, in Pennsylvania,
ha catturato con gli scatti del momento drammatico di madre e figlio.

 

lunedì 13 maggio 2013

Fiori di maggio

La bella stagione è proprio iniziata!
Maggio, mese odiato a causa dell'allergia ai pollini, ma altrettanto amato per la quantità di fioriture, è sempre molto atteso dagli appassionati di fiori e giardinaggio.

Molte delle piante coltivate fioriscono in questo periodo, ed è il momento di godersele a pieno.
Vi mostro qualche piccola gioia del mio giardino.

Gli allium, per cominciare da un fiore che adoro, proprio a maggio gonfiano i boccioli fino ad esplodere in una grande sfera di tanti piccoli fiori delicati.
I Silver Spring, uno dei nuovi acquisti dell'autunno scorso (Il mio shopping preferito),  si sono rivelati un'ottima scelta, perché sono addirittura più belli dell'immagine del sito su cui li ho ordinati, come potete constatare qui sotto!

Per quanto riguarda i Summer Drummer, anch'essi di posa recente, ho grandi aspettative, sebbene sia rimasta delusa dal fatto che solo tre boccioli su cinque siano spuntati dal ciuffo di vegetazione; fioriranno probabilmente a fine mese e se continuano a crescere così velocemente una volta fioriti saranno altissimi ed enormi!
Per vederli vi rimando fra qualche post. 
I Gladiator che sono a dimora da qualche anno vicino alla calla, nella bordura a fianco della scala d'ingresso, sono sempre una garanzia di successo.
Eccoli qui:

Se vi siete avvicinati all'universo allium solo di recente e avete bisogno di qualche informazione sulle tecniche di coltivazione, ne ho già scritto dettagliatamente in: L'aglio che non si mangia. e È il momento di piantare i bulbi.
I giacinti spagnoli, arrivati nella stessa scatola degli allium Silver Spring e dei Summer Drummer prima citati, piantumati nell'aiuola del vialetto in autunno, sono fioriti da un paio di settimane e sono ancora sufficientemente in forma, nonostante le piogge intense.

Anche per gli iris olandesi è arrivato il momento ok.


sabato 11 maggio 2013

giovedì 9 maggio 2013

Salviamo le oasi italiane!



Il Wwf ha iniziato da qualche giorno una campagna di raccolta fondi per sostenere la difesa delle oasi italiane, patrimonio inestimabile che rischia di scomparire.

Le oasi Wwf sono zone protette nate con l'obiettivo di salvare habitat e specie a rischio, che si sono sviluppate proprio grazie al sostegno dei volontari e delle persone generose.
Queste persone hanno scelto di mettere la natura al centro della loro vita e si impegnano, ogni giorno, per difenderla. 
Se potranno continuare a farlo, sarà grazie al nostro sostegno.

Da più di 40 anni il fondo per la natura opera ogni giorno sul territorio per ridurre, prevenire o bloccare particolari minacce, come la cementificazione, il degrado, il dissesto idrogeologico, la desertificazione, la caccia indiscriminata, ecc. e trasformarle in aree perfette per lo sviluppo della biodiversità.

Oggi più che mai il WWF chiede un piccolo aiuto da parte di tutti, per continuare la sua azione di tutela del nostro patrimonio ambientale, per le risorse sempre più ridotte a causa della crisi economica e di politiche sconsiderate.


 

Fino al 26 maggio puoi donare 2 o 5 euro al 45506, via sms o chiamata, per sostenere le Oasi WWF e aiutare la realizzazione di due importanti progetti:

1 - La “Casa per l’Orsoche si trova in Trentino, che avrà lo scopo di aiutare questa specie in via d'estinzione (circa 50 esemplari sulle Alpi, meno di 100 in tutta Italia) a vivere in spazi ampi e sicuri dove nutrirsi e riprodursi.
2 - La “Spiaggia sostenibile” per proteggere dalla cementificazione una delle coste più selvagge del nord della Sardegna, e promuoverla ad un turismo responsabile e non invadente, per godersi il mare nel rispetto della natura.

Io ho già mandato l'sms appena ho letto la notizia!
Fatelo subito anche voi!

Numerosi sono gli eventi in programma per sostenere la raccolta fondi; tra queste la Giornata oasi Wwf, fissata per il 19 maggio, in cui molte aree verdi italiane saranno aperte gratuitamente con iniziative per tutti.

Tutti i programmi, regione per regione, saranno pubblicati sul sito wwf.it/festaoasi.
Inoltre all'iniziativa si affianca anche il sito di Repubblica.it, dove il contributo richiesto è una fotografia per aiutare le oltre 100 le aree protette aperte al pubblico della nostra penisola.
Informatevi per tempo se volete partecipare!


Le oasi sono praticamente in tutte le regioni, come un vero e proprio parco nazionale diffuso, dalle Alpi alla Sicilia.
Ogni anno circa 400.000 persone le frequentano. 
Dalle Oasi sono nati parchi nazionali, come quello della Majella o dei Monti Picentini.
Altre sono polmoni verdi per le città, come Vanzago a Milano, Cratere degli Astroni in piena Napoli o Ripa Bianca di Jesi. 

Molte, come Monte Arcosu, Bosco Rocconi, Bosco Foce dell'Arrone, sono nate proprio grazie a campagne di raccolta fondi come questa.
Nei Centri di Recupero vengono curati migliaia di animali ogni anno, che spesso tornano liberi.
Specie simbolo come il cervo sardo, la lontra, il camoscio appenninico, il tritone alpestre o la gallina prataiola, sono state salvate dall'estinzione, mentre farfalle, anfibi, rettili e centinaia di uccelli acquatici o migratori, così come tante specie di piante, anche rare e secolari, vivono al sicuro nelle oasi.


Se potete fate girare questo messaggio importante!

Donate senza esitare, ogni contributo è prezioso! 

martedì 7 maggio 2013

La calla e i suoi significati

Chi non conosce la calla?


La bellezza di questo fiore e la sua facilità di coltivazione, lo rendono molto diffuso ed apprezzato in tutto il mondo.

La calla, conosciuta anche come Arum d’Etiopia, è una pianta bulbosa semiacquatica con fusto sotterraneo perenne, che appartiene al genere Zantedeschia e comprende molte specie originarie delle zone paludose dell’Africa del centro-sud, dove hanno uno sviluppo spontaneo.

In Europa fu portata per la prima volta nel 1731 e, in Italia viene coltivata per lo più per la vendita del fiore reciso, soprattutto in Liguria.

Nonostante sia una pianta molto adatta da coltivare ai bordi dei laghetti, si presta molto bene anche alla coltivazione in vaso, come pianta da appartamento, o in giardino, o in serra, per la produzione dei fiori recisi, come detto prima. 

E’ una pianta molto elegante che produce i suoi splendidi fiori nel periodo tra aprile e maggio, per la specie a fiore bianco, ma se coltivata in zona con estati non troppo torride può fiorire anche a settembre.
Lo stelo dei delicati fiori di calla può arrivare a 50 centimetri di altezza. 
Il fiore si presenta con la caratteristica forma ad imbuto con la parte superiore leggermente rivolta verso l’esterno, ed è composto da una sola foglia detta spata o brattea, che nella specie più comune è di colore bianco.


La calla non ha fusto e cresce direttamente da radici sotterranee che rappresentano l’organo di moltiplicazione della pianta, può raggiungere l’altezza di un metro e mezzo.
Le sue foglie partono dalla base, sono piuttosto grandi e di colore verde, di forma triangolare con contorno ondulato.
Quella della foto sia sotto che sopra è la calla del mio giardino, messa a dimora già 6 anni fa, dopo che ci è stata regalata il giorno del matrimonio.
Pare stia bene e ogni anno si allarga di più.


A maggio fiorisce in compagnia degli allium gladiator lilla, con cui crea dei bei contrasti nella bordura a fianco della scala d'ingresso.


Oltre alla classica bianca, esistono ibridi creati dall'uomo di diversi altri colori; a seconda della varietà possono essere rosa, panna, giallo, viola, mango, arancioni e nere, e alcune di esse presentano anche una gradevole profumazione.
Le calle colorate si differenziano dalle bianche per la differente dimensione e forma del bulbo, che è rotondo; inoltre ogni bulbo di calla bianca produce un solo germoglio, mentre il bulbo di quelle colorate ne produce molti.
Gli ibridi possono essere a fioritura precoce, oppure a fioritura tardiva.

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...