giovedì 19 dicembre 2013

Dà un tocco green al tuo Natale!

Anche se il Natale è diventato sempre più consumistico si può comunque dare un tocco GREEN alle feste.

Riciclare, reinventare, trasformare, creare, costruire, risparmiare, sono tanti i modi per festeggiare facendo attenzione all'ambiente.

Date un'occhiata ai consigli del riquadro qui sotto e troverete decine di idee per essere sostenibili (ma festosi) anche a Natale!

Provare per credere!



Desideri Magazine offre tanti spunti per realizzare giochi faidate, decorazioni floreali, menù delle feste (sostenibile ma con gusto), ricette originali con prodotti di stagione o tramite cottura in lavastoviglie, cura del viso e del corpo con prodotti casalinghi, luci natalizie senza sprechi, decorazioni perfette per la festa di Capodanno, oltre a suggerimenti per travestirsi da Babbo Natale per i bambini con ciò che si può trovare in casa, e se scegliere l'albero di Natale vero o quello finto.

 

Quante preziose idee per un Merry ...Re-Christmas!

Se vi sono piaciute condividetele!

 


martedì 17 dicembre 2013

L'albero di Natale dalle origini a oggi

L'albero di Natale è una delle più diffuse tradizioni natalizie al mondo.

Ma vi siete mai chiesti da dove abbia origine questa usanza?



La tradizione dell'albero di Natale, per molto anni era particolarmente seguita nell'Europa di lingua tedesca, così come l'usanza dei mercatini di Natale, ma si è ormai da tempo molto diffusa anche nel mondo cattolico.
Per alcuni studiosi l’abete fu scelto dai Cristiani fra tutti gli alberi sempreverdi per la sua forma triangolare, che rappresenterebbe la Santa Trinità.
L’abete rosso storicamente addobbato come Albero di Natale, è una conifera sempreverde con il nome botanico di picea excelsa, diffusa in tutta l’Europa settentrionale e centrale.
Ha una caratteristica chioma conica con i rami che partono dal tronco orizzontalmente, perfetti per sostenere le decorazioni.
Le sue foglie sono aghi appuntiti di colore verde scuro, produce pigne contenenti frutti e può raggiungere l'altezza di 40-50 metri.



Nell'epoca moderna si utilizza maggiormente l'albero artificiale, a minor impatto ambientale se si utilizza per molti anni, e sicuramente più pratico.
Solitamente viene preparato qualche settimana prima di Natale, spesso nel giorno dell'Immacolata concezione, e riposto dopo le feste.
Per usanza si distribuiscono ai suoi piedi i pacchetti contenenti i regali natalizi, in attesa di essere scartati la vigilia di Natale.



 
Dai tempi dei tempi, per diverse culture e religioni, l’albero è un simbolo di vita e sull'origine dell'Albero di Natale si sono sviluppate moltissime leggende.
 

Una di queste leggende narra che in una fredda notte di Natale un boscaiolo stava tornando a casa, quando all'improvviso si fermò guardando il cielo, incantato dalla visione delle stelle che brillavano attraverso i rami di un abete coperto di neve.
Per spiegare alla moglie lo spettacolo appena visto, quando arrivò a casa, tagliò un piccolo abete, lo portò dentro casa e lo adornò di candeline e di festoni per riprodurre l'effetto delle stelle e della neve sui rami.


Un'altra leggenda è quella del miracolo compiuto dal vescovo Winfried, (dichiarato San Bonifacio dopo la sua morte); mentre era missionario in Germania, fermò il sacrificio di un piccolo principe da parte di alcuni pagani adoratori di una quercia, abbatté la quercia, e al suo posto comparve subito un abete, che spiegò essere l'albero della vita, rappresentante Gesù Cristo.



Ci sono diverse città nordeuropee che si proclamano sedi del primo albero di Natale, una di queste è Riga, dove si trova una targa in otto lingue risalente al 1510, che celebra il "primo albero di capodanno".
Un'altra è Tallinn in Estonia, dove nel 1441, fu eretto un grande abete nella piazza del municipio, attorno al quale giovani uomini e donne ballavano alla ricerca di un’anima gemella.

Ma già da molti secoli prima, in occasione della festa del solstizio d'inverno, un grande albero sempreverde veniva ornato di ghirlande per celebrare il ritorno del sole e la rinascita della natura. 
I Druidi, sacerdoti celti, onoravano l'abete in varie cerimonie e i Romani, alle calende di gennaio, ne regalavano un rametto come augurio di buona fortuna.

In origine l'albero delle feste veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.
Nel XVIII secolo, la frutta venne sostituita negli addobbi da
ghirlande, nastri e candeline, finché alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare leggeri e variopinti pendenti di vetro soffiato, che diventarono ornamenti tradizionali dell’abete natalizio.


Per molto tempo, prima del 1600 la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno, dove la dottrina protestante era più diffusa di quella cattolica. 
In origine l'usanza era bruciare un albero resinoso come simbolo di luce. 
Il primo albero di Natale come lo conosciamo noi, pare risalga al 1611 quando la duchessa di Brieg fece trapiantare in vaso un abete del suo giardino per adornare un angolo spoglio di una delle grandi sale del suo castello in Germania, in vista dei festeggiamenti natalizi.
Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione anche nei paesi cattolici.

Anche lo scrittore tedesco Goethe contribuì alla diffusione dell'albero di Natale inserendone una descrizione nella sua opera più famosa, I dolori del giovane Werther.
A Vienna l'albero di Natale apparve nel 1816, per volontà della principessa Von Nassau-Weilburg, ed in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orléans.
In Italia fu la regina Margherita, nella seconda metà dell'Ottocento, la prima ad addobbare un albero di Natale, e la moda si diffuse velocemente in tutto il paese.


giovedì 12 dicembre 2013

Magia natalizia a portata di clic!


Quanto mi piace l'atmosfera natalizia!

Le decorazioni natalizie in casa nostra sono aumentate inersorabilmente anno dopo anno.
Ne riceviamo spesso in regalo, ma non contenta, ne acquisto altre personalmente nel periodo prenatalizio, presa da un bisogno irrefrenabile proprio di quel piccolo, inutile, ma perfetto addobbo, che contribuirà a per creare la sua piccola parte di magia natalizia.
Se avessi più manualità mi cimenterei a confezionare gli addobbi in casa, preferibilmente con materiali di riciclo, ma fino ad ora non ho mai osato, sebbene ammiri moltissimo chi ne è capace.
Provo a compensare questa mia mancanza riutilizzando carte regalo, fiocchi e buste per impacchettare i regali di amici e parenti.
Se anche a voi piace avere la casa ricca di decorazioni che rendano al meglio l'atmosfera natalizia, e per caso non avete ancora trovato tutto ciò che cercate, vi suggerisco di dare un'occhiata al sito di Peraga.it, sul quale io stessa faccio shopping online in tutta sicurezza.

Come ho già scritto qui è un'azienda affidabile e molto ben fornita, specializzata in attrezzature e prodotti di ogni tipo per il giardinaggio, oltre a mobili da esterni, barbecue, stufe, concimi, bulbi, e tutto quello che può servire a chi ama sporcarsi le mani e lavorare all'aperto.
Inoltre in questo periodo dell'anno, troverete una vasta scelta di idee regalo e di articoli natalizi, per finire di addobbare la vostra casa appena in tempo per l'inizio delle feste.

Ecco alcuni esempi di ciò che si può acquistare, tutti splendidamente ambientati nell'allestimento natalizio del garden center di Mercenasco.

Guardate con i vostri occhi:

lunedì 9 dicembre 2013

A Natale adotta una specie in pericolo!

Come ogni anno il WWF è molto attivo durante il periodo prenatalizio, cercando di incentivare le iniziative a favore degli animali a rischio di estinzione.
Anche quest'anno ci ricorda di scegliere la Natura al posto di un regalo inutile, adottando una specie in pericolo. 

Mi sembra un'ottimo suggerimento! 


Navigando nella pagina dedicata alle adozioni del sito del WWF, infatti, si possono trovare tante idee per fare regali solidali, che rendano il nostro Pianeta un posto migliore dove vivere.
La scelta del tipo di adozione a distanza della specie in pericolo è ampia.Si può scegliere di ricevere o far recapitare alla persona destinataria del regalo nel giorno che vorrai, la scheda dell’animale e le informazioni sul progetto, tramite una email, una cartolina o un dolcissimo peluche raffigurante l’animale da salvare.
I peluches sono favolosi, perfetti per i bambini, e disponibili anche in trio, suddivisi per habitat!


Per chi è particolarmente attento all'ambiente, oppure interessato alla tecnologia, è disponibile l’adozione digitale, che azzera l’impatto ambientale e lascia più risorse all'associazione da utilizzare per salvare l'animale preferito. 
Informatevi sul sito come ricevere wallpaper, screensaver, la nuovissima App adozioni, per iPhone e Android, per le notizie, i gadgets e gli aggiornamenti sui progetti e sugli obiettivi raggiunti dal WWF!


Sono migliaia le specie animali al mondo che soffrono a causa dell’uomo.
A seconda dei livelli di rischio e del tipo di minaccia per ogni specie animale, il WWF  interviene a tutela della stessa con attività diverse, come ostacolare il bracconaggio, fermare la deforestazione, curare gli animali feriti, e molto altro.


Ecco l'elenco degli animali che corrono il maggior pericolo:
ghepardo
orango
foca
elefante
tigre
orso
orso polare
panda
pinguino
delfino
lupo
leone
gorilla


Aderire al progetto adozioni del WWF, sarà un regalo che contribuirà a difendere chi non può farlo da solo, e renderà sicuramente il mondo un posto migliore.

 


L'impegno del WWF, da oltre 50 anni, è volto a far tornare il mondo un posto in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura, e tutti noi possiamo essere protagonisti di questo importante cambiamento, salvando dalla scomparsa gli animali più a rischio.

Per maggiori informazioni manda una mail a adozioni@wwf.it. oppure chiama l’ufficio adozioni - Tel. 06.844.97.500.

Buone Feste dal WWF!

giovedì 5 dicembre 2013

L'albero della pace e i suoi frutti


Già da metà novembre qui in pianura Padana, la maggior parte degli alberi dei giardini e delle campagne sono ormai senza foglie.
Alcuni però attirano lo sguardo decisamente più di altri, perché sono carichi di frutti dal colore acceso.
Sia nei giorni di sole che di nebbia, creano davvero un bel colpo d'occhio!


Se non l'avete ancora capito sto parlando degli alberi di cachi (o kaki).
Questi splendidi alberi dal nome scientifico Diospyros kaki, appartengono alla stessa famiglia dell'ebano. 

Il diospiro o kaki è conosciuto anche come loto del Giappone, viste le sue origini orientali.
In Cina e Giappone è una delle piante da frutto di più antica coltivazione.
Viene considerato "l'albero della pace", perché alcuni alberi di questa specie furono i soli a sopravvivere al bombardamento atomico di Nagasaki del 1945.
In Europa si diffuse in epoca romana, ma durante il XIX secolo la coltivazione crebbe in modo esponenziale.
Nel XX secolo, tuttavia, subì un crollo a causa dei gravi attacchi di parassiti dei suoi frutti.

Negli ultimi anni l'apprezzamento di questa pianta da frutto è tornata a crescere e le principali coltivazioni intensive a scopi commerciali in Italia si trovano in Emilia Romagna, Campania e Sicilia, ma gli appassionati di kaki sono presenti in tutto il paese, da nord a sud.


Si tratta di un albero di media grandezza, che se lasciato sviluppare può raggiungere i 10 metri di altezza.
Le sue foglie sono caduche, e divengono rosse prima di cadere, in autunno inoltrato.


Il kaki fiorisce a maggio ma non è molto evidente, mentre i frutti che inizialmente si presentano come grosse bacche di colore verde, diventano gialle o arancioni a maturazione, generalmente tra ottobre e dicembre secondo la zona.
La bellezza e le proprietà dei frutti sono spesso il motivo che ne determinato la scelta di coltivazione.
I frutti sono portati dai rami dell’anno, pertanto bisogna tener conto di non potare nel periodo sbagliato.
Il contrasto tra la corteccia scura e la colorazione vivace dei kaki rendono la pianta molto ornamentale nei giardini invernali, oltre ad essere molto apprezzata dagli uccellini selvatici! 


sabato 30 novembre 2013

Il giardino sul ponte


A Londra è in fase di progettazione una bella novità per gli amanti del verde!



Verrà costruito un ponte-giardino!
Su commissione dell'azienda locale di trasporti pubblici, allo scopo di migliorare i collegamenti lungo il fiume, gli ingegneri di Arup e l’architetto Thomas Heatherwick, famoso per aver progettato il calderone Olimpico usato per le Olimpiadi di Londra 2012, stanno portando a termine il progetto di un ponte-giardino pedonale sul Tamigi.


Il ponte sarà una specie di terrazza lunga 367 metri, lungo la quale si potrà godere di un'impareggiabile vista sulla città, circondati da un rigoglioso giardino e allo stesso tempo, attraversare il fiume lontano dal traffico.


Ci si potrà appoggiare ai parapetti per osservare il paesaggio urbano, senza i rumori delle auto, allietati dal canto degli uccelli, il ronzio delle api, il vento tra gli alberi e lo scrosciare dell’acqua.
Inoltre si potranno ammirare diverse aiuole di fiori selvatici, alberi, piante di vario genere, e in inverno, un albero di Natale.




sabato 23 novembre 2013

Come riconoscere gli uccelli dei boschi

Torno a parlare del mio argomento preferito!


Riallacciandomi al post pubblicato circa un mese fa: Come riconoscere gli uccelli di città, continuo la condivisione delle immagini e della descrizione delle abitudini dei miei amici pennuti, contenuti nel mio prezioso depliant della LIPU.
Questa volta si tratta degli uccelli che solitamente vivono nei boschi, ma che spesso durante la stagione fredda, si spingono spesso fino ai giardini di città, attirati dal cibo, che sempre più persone mettono a loro disposizione.

Uccelli dei boschi



martedì 19 novembre 2013

Un albero spettacolare: ginkgo biloba

Da quando lo conosco è uno dei miei alberi preferiti, e ogni volta che lo vedo, rimango incantata.
Purtroppo non c'è più abbastanza posto in giardino per metterne uno!


È un albero incredibile, sia nell'aspetto che nella storia, avendo origini antichissime, che risalgono a ben 250 milioni di anni fà.
Come unica specie sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae e dell'intero ordine delle Ginkgoales, viene considerato un fossile vivente.

Sto parlando del ginkgo biloba!

 

Originario dell’Asia centrale, è molto resistente alle situazioni più difficili: al freddo, fino a -35°, alla mancanza d’acqua, all’aggressione di parassiti e all'inquinamento.
Inoltre ha proprietà benefiche per la salute.

Questo albero può raggiungere un'altezza di 30–40 metri e una chioma larga fino a 9 metri, esige quindi tanto spazio.
Le piante giovani hanno una forma piramidale, mentre gli esemplari più vecchi sono più ovali.


Le sue splendide foglie decidue dalla tipica forma a ventaglio, sono la sua caratteristica più sorprendente.
Lunghe dai 5 agli 8 cm., sono di colore verde chiaro, ma in autunno assumono una colorazione giallo intenso, molto decorativa, che rimangono sulla pianta diverse settimane prima di cadere, rendendo questi esemplari davvero spettacolari.

venerdì 15 novembre 2013

Sempreverdi per siepi


La siepe è una componente fondamentale di tutti i giardini e l'autunno è la stagione migliore per metterla a dimora.
Circa undici anni fà, proprio a novembre, ho piantato in giardino la mia splendida photinia red robin e se non ci fosse, il mio giardino non sarebbe lo stesso!


I motivi per cui si decide di piantare una siepe sono tanti, in quanto può assolvere diverse funzioni.
Serve a creare una protezione dagli sguardi indiscreti, ma anche un ostacolo difficilmente valicabile dai malintenzionati (soprattutto se dotate di spine), oltre ad una barriera contro il vento.
Ma non solo. 
Le siepi aiutano a ridurre i consumi idrici perché riducono l'evaporazione e la traspirazione delle piante, ombreggiando e riparando dalle avversità atmosferiche una parte del giardino.
Inoltre donano struttura al giardino stesso, facendo da fondale verde su cui far risaltare tutti gli altri colori.
Se si utilizzano piante sempreverdi, questo succede anche durante i mesi invernali.


Un'altro aspetto da non sottovalutare è l'abbattimento delle sostanze inquinanti, in particolare se si utilizzano essenze con foglie tormentose (dotate cioè di peli), che catturano le polveri sottili presenti nell'aria (ad esempio il nocciolo).

La tecnica di impianto della siepe è fondamentale per ottenere un buon risultato.
Innanzitutto, prima di procedere, bisogna tener presente la distanza da tenere dall'eventuale confine, o muro, o recinzione, per non incorrere in problemi di invasione di spazi non previsti.

In linea generale per gli arbusti si considera una larghezza dagli 80 cm. ad 1 metro.
Per quanto riguarda invece la distanza di messa a dimora tra un'arbusto e l'altro, dipende da quanto velocemente volete creare una barriera, sebbene bisogna assolutamente considerare il portamento della pianta una volta diventata adulta.

Prima della messa a dimora il terreno deve essere preparato.
Innanzitutto bisogna scavare delle buche di diametro e di profondità doppie rispetto alla terra contenuta nel vaso del vivaio.
Il terriccio universale dovrà essere miscelato generosamente con concime organico (io uso sempre stallatico pellettato), che ha la funzione di migliorare la struttura del substrato e di agevolare l’attecchimento delle radici. 
Una volta posato nelle buche predisposte gli arbusti scelti, per facilitare il controllo delle infestanti, si può scegliere di stendere alla base degli stessi del tessuto non tessuto, eventualmente ricoperto con un generoso strato di pacciamatura, (se ne trovano diversi tipi in commercio) utile sia per mantenere l'umidità delle irrigazioni in estate, sia per proteggere la radici dal freddo in inverno.
Ovviamente si dovranno prevedere interventi di potatura nella stagione più adatta secondo l'essenza scelta, atti a infoltire gli arbusti e a strutturare la forma a piacere.
Per maggiori informazioni leggete: Consigli per la potatura delle siepi

 
Ricordate di irrigare abbondantemente subito dopo la messa a dimora, e se l'operazione è stata effettuata in autunno, non ce ne sarà più bisogno fino alla primavera, quando si dovrà bagnare ogni tanto dalla fine delle gelate fino all'autunno, sempre senza esagerare.
In previsione dell'
indispensabile irrigazione estiva, è consigliabile predisporre un impianto d’irrigazione con tubo goccia e goccia, che fornirà nel modo più idoneo la giusta quantità di acqua e vi farà risparmiare tempo, soldi e fatica.
Tutti gli arbusti da siepe dovranno essere concimati almeno due volte l’anno, meglio se in primavera e autunno, con concime organico, humus o compost.

Nel caso non abbiate provveduto alla stesura del tessuto non tessuto sotto gli arbusti, nei primi anni dall’impianto dovrete avere la pazienza di diserbare regolarmente la zona dalle infestanti, per agevolare la crescita della siepe e non metterle in competizione per acqua, concimi e luce.

Detto questo, esistono tantissime tipologie di piante adatte alla formazione di siepi, da scegliere secondo l'esigenza di ognuno.
Possono essere sempreverdi o decidue, rampicanti o arbustive, di piccola, media o grande dimensione, a portamento più o meno compatto, a crescita più o meno lenta, ecc.
Si dovrà scegliere in base alla zona che si vuole definire, o proteggere o schermare.
Questo post servirà proprio a chiarire qualche dubbio, se non altro per quanto riguarda le sempreverdi.


Le più utilizzate sono infatti sicuramente le siepi sempreverdi, soprattutto perché rimangono la struttura portante del giardino anche in inverno, oltre a continuare ad essere una barriera compatta e inpenetrabile. 
Considerate anche che molti arbusti sempreverdi danno anche splendide fioriture.

domenica 10 novembre 2013

It's little birds time!

La maggior parte dei lettori abituali del blog ormai sa quanto ami gli animali.
In particolare quando arriva il freddo non vedo l'ora di riparlare di uccellini selvatici!


Già da qualche giorno tante piccole e gioiose creature svolazzanti si avvicinano curiose a casa, e osservandole dalla finestra del balcone si capisce chiaramente che stanno ispezionando i dintorni nella speranza di trovare cibo, probabilmente ricordando le abitudini degli anni passati. 
Sembra proprio che mi vogliano far sapere che ormai hanno bisogno di me e che se iniziassi ad aiutarli nella ricerca del cibo, ne sarebbero molto felici.


Credo quindi sia arrivato il momento di dar loro più attenzione e fare scorta di semi e di palle di grasso per aiutare questi esseri canterini a sopravvivere all'inverno.
Come ogni anno in questo periodo mi procuro il giusto cibo per gli uccellini selvatici in modo da riuscire a sfamarli, ma nello stesso tempo a godermi la loro divertente ed emozionante compagnia.

È un hobby gratificante ed educativo, perfetto per passare qualche ora nei gelidi pomeriggi invernali, rimanendo in contatto con la natura nonostante il freddo!
Per chi volesse prendersi cura degli uccellini selvatici in cerca di cibo ma non sapesse bene cosa fare, consiglio di leggere i vari post già scritti sull'argomento:



Sempre a proposito dei miei piccoli amici pennuti quest'anno c'è una novità che mi rende orgogliosa.
Sono stata invitata da un Cral della mia città (Parma) a tenere un corso di giardinaggio ecosostenibile strutturato in diverse lezioni, tra le quali una lezione totalmente dedicata agli uccellini selvatici, alle gioie del birgardening e a tutte le strategie utili per realizzare un giardino ideale per ospitare tanti meravigliosi uccellini.
Ovviamente non vedo l'ora!!!

La lezione si terrà a Parma, venerdì 29 novembre.
Se qualcuno della zona fosse interessato a partecipare può contattarmi scrivendomi all'indirizzo:benassi.ilaria@gmail.com, entro il 21 novembre; sarò felice di fornire i dettagli per l'eventuale iscrizione.
Ad ogni partecipante al corso verrà fornita una dispensa sull'argomento corredata di foto (scattate per la maggior parte nel mio giardino), ed un piccolo omaggio per iniziare subito a praticare il birdgardening!

lunedì 4 novembre 2013

Il linguaggio segreto degli elefanti


 

Che animali straordinari gli elefanti!


Si sa quanto questi mammiferi siano intelligenti e sensibili, ma non tutti sanno che il loro linguaggio segreto è stato svelato.
Gli elefanti sono in grado infatti, di comunicare l'uno con l'altro tramite un'enorme quantità di gesti, movimenti, barriti e brontolii complessi, che essi stessi sperimentano nel corso della propria esistenza.

Tutto questo è stato studiato per diversi decenni con le osservazioni in natura effettuate dalla biologa Joyce Poole con il marito Petter Granli, direttori di
un'organizzazione dal nome ElephantVoices , nata con lo scopo di studiare e salvaguardare gli elefanti africani,
Queste due persone straordinarie hanno raccolto un archivio che decodifica centinaia di segnali e gesti dei pachidermi, che trasmettono informazioni vitali tra i singoli elefanti e il branco e cosa, eventualmente, vogliono comunicare agli uomini.

Poole e Granli hanno catalogato i comportamenti dei grandi mammiferi in nove categorie: allerta, aggressività, ambivalenza, difesa, integrazione sociale, madre-figli, sessualità, gioco e morte.
Già dagli anni '90 è stato scoperto che la loro comunicazione non avviene soltanto attraverso suoni e segnali visivi ma sfruttano anche gli infrasuoni, non udibili dall’orecchio umano, per dialogare a grande distanza, attraversando le savane per portare messaggi il più lontano possibile.

Alcune di queste ricerche sono state finanziate e supportate anche grazie al contributo della National Geographic Society.
Più recentemente le ricerche si stanno focalizzando sulla comunicazione sismica, perché pare che gli elefanti riescano a percepire con le zampe, la proboscide o la propria struttura ossea, le onde che si trasmettono attraverso il terreno in seguito a movimenti e vocalizzazioni dei propri simili.
Approfondendo gli aspetti della comunicazione sismica degli animali, è possibile ottenere informazioni utili per aiutare le persone sorde a interpretare il mondo che le circonda.

 

Questi maestosi mammiferi, mansueti abitatori delle savane, sono purtroppo ancora troppo spesso vittime dell’ignoranza e della crudeltà degli uomini, che li massacrano solo per ottenere l'avorio, senza comprendere che esseri meravigliosi stiano conducendo verso l'estinzione.
Nonostante il commercio dell'avorio sia vietato dal 1990, solo lo scorso anno sono stati uccisi oltre 36 mila elefanti dai bracconieri.
E' stato calcolato che se l'attuale ritmo non viene fermato, gli elefanti africani si estingueranno in natura entro il 2025.
Il massacro di elefanti, oltre ad essere una perdita inconcepibile e dolorosa, sarebbe un'insostituibile perdita per la biodiversità.


Chissà cosa dicono nella loro lingua segreta di noi umani..........


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